Le elezioni presidenziali americane rappresentano un evento di grande interesse mondiale. Ogni quattro anni i cittadini degli Stati Uniti sono chiamati ad eleggere il proprio presidente. Ma chi può diventare presidente e quali sono le responsabilità e i poteri di questo ruolo?
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La forma di governo degli Stati Uniti
Gli Stati Uniti sono una repubblica presidenziale federale. Due elementi di questa denominazione sono fondamentali per inquadrare il sistema politico americano:
- presidenziale: il nome della forma di governo statunitense focalizza quindi l’attenzione sulla centralità della figura del presidente. Vedremo poi quali sono i suoi poteri e le sue responsabilità;
- federale: uno Stato si definisce federale quando contiene al suo interno ulteriori enti governativi dotati di potere sovrano. Nel caso degli USA questi sono i 50 stati federali.
Gli stati federali mantengono una maggiore autonomia. Secondo la Costituzione degli Stati Uniti, ogni stato ha potere amministrativo e governativo. Oltre ai 50 stati federali, negli Stati Uniti esiste anche un distretto federale: il Distretto di Columbia.
Chi può candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti?
Per candidarsi alla presidenza degli Stati Uniti è necessario soddisfare i seguenti requisiti:
- essere cittadino americano dalla nascita: quindi i cittadini naturalizzati non possono aspirare a questo ruolo;
- avere almeno 35 anni;
- risiedono negli Stati Uniti da almeno 14 anni.
Questi requisiti escludono coloro che hanno acquisito la nazionalità attraverso la naturalizzazione nonché i residenti di Porto Rico, Isole Vergini americane, Guam, Samoa americane e Marianne settentrionali come “territori senza personalità giuridica” degli Stati Uniti.
Il mandato del Presidente degli Stati Uniti soddisfa inoltre i seguenti criteri:
- il mandato del presidente dura 4 anni;
- l’ufficio del presidente inizia formalmente il 20 gennaio successivo al giorno delle elezioni;
- il presidente può essere rieletto una sola volta, quindi per un totale di due mandati consecutivi;
- in caso di morte o dimissioni del presidente, il suo vice presidente ha il compito di completare il mandato.
I principali poteri del presidente americano
Il presidente degli Stati Uniti è la figura che detiene il potere esecutivo. È responsabile delle funzioni esecutive del governo federale ed è il comandante in capo delle forze armate.
L’articolo 2 della Costituzione degli Stati Uniti delinea i poteri del presidente: dare esecuzione fisica alle leggi federali, nominare funzionari federali dei vari dipartimenti in cui è suddivisa l’amministrazione e la responsabilità di firmare trattati internazionali (previo consenso del Senato).
Il Presidente può inoltre graziare i condannati per crimini federali e rinviare i lavori di una o entrambe le Camere del Congresso in casi straordinari.
Nel corso del suo mandato assume la responsabilità di dettare l’agenda legislativa del partito di cui è espressione. Infine, il Presidente stabilisce le direttive di politica interna ed estera.
Altri poteri del presidente americano
Oltre al potere esecutivo, chi vince le elezioni americane ha accesso ad ulteriori poteri. Il presidente nomina 9 giudici della Corte Suprema. Di fatto, quindi, il presidente esercita la sua influenza anche sul versante giudiziario del Paese.
Da parte sua, il Congresso ha il potere di approvare i progetti di legge. Il presidente può però esercitare il suo veto, bloccando questa azione. A questo punto il disegno di legge ritorna al Congresso per una nuova votazione. I membri del Congresso possono comunque tentare di ignorare il veto del presidente per approvare il disegno di legge. Ciò può tuttavia avvenire solo alle seguenti condizioni:
- votazione a scrutinio palese: il voto non sarà quindi più segreto;
- requisito della maggioranza dei 2/3 degli elettori: questa eventualità è molto rara. Ciò implica, infatti, che i membri del partito del presidente votino contro la sua decisione.
Quante volte un presidente può rimanere in carica?
Sono stati eletti 45 presidenti degli Stati Uniti dal 1789 (anche se ci sono state 46 presidenze perché Grover Cleveland ha ricoperto la carica in due mandati non consecutivi ed è quindi conteggiato cronologicamente come il 22° e il 24° presidente).
Tuttavia, i presidenti non possono essere eletti più di due volte. Il limite al secondo mandato fu introdotto con il XXII emendamento approvato nel 1947. In precedenza non vi era alcun limite alle rielezioni, come dimostrano le quattro vittorie consecutive ottenute da Roosevelt tra il 1932 e il 1944.
Una decisione presa per evitare la cosiddetta “monarchia elettiva”. Nel 1796 il no di George Washington alla sua terza e certa elezione passò alla storia. Washington affermò che “nessun uomo potrebbe sostenere il peso della presidenza per più di otto anni”. Nessuno dei successori del Padre della Nazione riuscì mai a proporsi per un terzo mandato, tranne Roosevelt che ottenne anche un quarto mandato nel 1944 che però non portò a termine a causa della sua morte.
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