Il 5 novembre 2024 è la giornata ufficiale per l’elezione del Presidente degli Stati Uniti. Kamala Harris, candidata democratica, e Donald Trump, candidato repubblicano, continuano a scontrarsi tentando di conquistare la propria fetta di elettorato, ma ci sono dei voti che ad oggi risultano più importanti di altri.
Sono quelli dei 7 Stati chiave, o Swing States, fondamentali nel determinare l’esito finale della lunga campagna per la presidenza dei due candidati. Ma come mai il loro voto è così importante? E, soprattutto, quali sono questi Stati?
Ecco la spiegazione e l’elenco completo degli Stati che decideranno il futuro Presidente degli Stati Uniti.
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Le elezioni americane e gli Stati chiave: chi è in testa secondo gli ultimi sondaggi
Secondo i sondaggi, aggiornati al 25 ottobre 2024, Kamala Harris è in testa, anche se di poco, rispetto a Donald Trump. Per vincere la presidenza degli Stati Uniti servono almeno 270 voti elettorali e ogni Stato ha tanti voti elettorali quanti sono i suoi rappresentanti al Congresso.
Secondo quanto dicono i sondaggi, i repubblicani sono in netto vantaggio in Wyoming, North Dakota e Arkansas. Con uno scarto minore, anche in Idaho, South Dakota, Tennessee, Kentucky, West Virginia e Alabama, la maggioranza dell’elettorato propende per Donald Trump.
Harris è invece in netto vantaggio in Vermont e Massachusetts. Con uno scarto compreso tra il 20% e il 30%, i democratici sono in testa anche in California e Maryland.
Quali sono gli Stati chiave per determinare il risultato delle elezioni? Ecco l’elenco completo
Gli Stati chiave sono quegli Stati americani che si trovano in bilico tra i due partiti, repubblicano e democratico, e il cui voto non può quindi essere previsto prima del giorno delle elezioni.
Se negli Stati Uniti, infatti, ci sono degli Stati da sempre a maggioranza repubblicana o democratica, il cui esito alle elezioni 2024 è praticamente scontato, lo stesso non avviene per gli Swing States.
I 7 Stati chiave nel determinare il risultato delle elezioni sono:
- Pennysilvenia
- Michigan
- Wisconsin
- Georgia
- North Carolina
- Arizona
- Nevada
1. Pennysilvenia: il più importante tra gli Stati chiave
Lo Stato più decisivo è sicuramente la Pennysilvenia, con i suoi 19 grandi elettori. Per bilanciare un’eventuale perdita qui, il candidato dovrebbe vincere in quasi tutti gli altri 6 Swing States.
Nella storia della Pennysilvenia ci sono 20 anni di vittorie dei democratici, dal 1992 al 2012, ma, a partire dall’elezione di Donald Trump, la situazione è cambiata. Lo Stato ha, infatti, contribuito notevolmente alla vittoria dei Repubblicani nel 2016, facendo da ago della bilancia.
2. Michigan: in lieve vantaggio i democratici
Il Michigan, con 15 grandi elettori, vede un lieve vantaggio dei democratici. Nel 2016 lo Stato sostenne Trump, ma nel 2020 toccò a Biden. I repubblicani oggi ottengono consensi nella classe media delle zone rurali bianche, a causa delle loro condizioni di povertà.
3. Wisconsin: il declino economico e l’insoddisfazione politica
10 grandi elettori per il Wisconsin, che, come il Michigan, ha visto la vittoria di Trump e successivamente di Biden. Lo stacco era stato lieve e questo lo rende oggi uno Stato conteso tra repubblicani e democratici.
Gli elettori di questa zona, così come quelli di tutto il Midwest, fanno i conti con un’insoddisfazione nei confronti dell’establishment politico derivata dal declino economico dopo la fase di deindustrializzazione.
4. Georgia: sempre più giovani votano per i democratici
La Georgia, a differenza degli altri Stati del Midwest, è da sempre a prevalenza repubblicana. Nel 2020, tuttavia, la vittoria è andata a Biden, anche se con uno stacco minimo.
La differenza rispetto al passato è nel numero sempre crescente di giovani lavoratori e immigrati che, per la maggior parte, votano per i democratici. Nonostante questo, il costo della vita continua a crescere e questo potrebbe portare ad un aumento dei voti per Donald Trump. La situazione, al momento, è quindi di sostanziale parità.
5. North Carolina: la differenza tra i due candidati è minima
Il North Carolina, con i suoi 16 grandi elettori, è un altro Stato chiave delle elezioni americane. Da sempre a maggioranza repubblicana, oggi il North Carolina registra una preferenza minima, con una differenza pari a meno di un punto.
I lavoratori delle città spingono sui democratici, mentre i repubblicani sono in vantaggio nei settori economici in difficoltà, come quello agricolo.
6. Arizona: la contea di Maricopa decide l’esito dell’intero Stato
A maggioranza democratica dal 1996, nel corso del tempo l’Arizona ha visto un notevole aumento dell’immigrazione, al punto che, ad oggi, un terzo dell’elettorato è di origine ispanica. La contea di Maricopa è cruciale: rischia, infatti, di decidere da sola il risultato elettorale dell’intero Stato.
7. Nevada: da sempre decreta il vincitore delle elezioni
Ad eccezione delle elezioni del 1976 e del 2020, chi ha vinto le elezioni in Nevada, è poi diventato Presidente degli Stati Uniti.
Negli ultimi anni, Trump ha ottenuto i consensi della popolazione non laureata. Harris, invece, ha deciso di puntare sul tasso di disoccupazione nazionale, il più alto d’America, promettendo di aumentare il salario minimo federale. Per ora tra Trump e Harris rimane una lotta aperta.