Un blocco improvviso del conto corrente, nessun prelievo possibile e nessuna spiegazione immediata.
È così che molte persone scoprono di essere state colpite da un pignoramento del conto corrente, una misura esecutiva che consente ai creditori, inclusa l’Agenzia delle Entrate, di recuperare somme non pagate direttamente dai conti bancari del debitore.
Ma cosa significa e come funziona questo pignoramento? E soprattutto, è possibile continuare a usare il proprio conto corrente una volta pignorato?
Per chiarire questi dubbi e conoscere i margini di tutela, abbiamo posto queste domande a Gianmario Bertollo, esperto nella risoluzione di crisi da sovraindebitamento e fondatore di Legge3.it. Azienda che ha aiutato più di 300 famiglie italiane a risolvere problemi legati ai debiti, applicando la legge 3/2012 e le norme contenute nel Codice della Crisi d’impresa e dell’Insolvenza.
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Che cos’è il pignoramento del conto corrente e come avviene?
Il pignoramento del conto corrente prevede che un creditore possa ottenere il blocco delle somme presenti sul conto bancario del debitore, per recuperare un credito non saldato.
Si tratta di una delle forme di esecuzione forzata più dirette e utilizzate, proprio perché colpisce una risorsa liquida e immediatamente disponibile.
Come funziona? L’iter può partire da un creditore privato, come una finanziaria o una banca, ma anche da enti pubblici.
Come anticipato, nel caso di debiti verso lo Stato, entra in gioco proprio l’Agenzia delle Entrate, che ha facoltà di procedere senza l’intervento del giudice.
Dopo aver notificato un avviso di pagamento, l’ente può infatti inviare un ordine alla banca per il blocco delle somme sul conto corrente, che diventano così indisponibili fin da subito.
Una volta attivato, il pignoramento viene notificato sia alla banca che al debitore. A quel punto, la banca è obbligata a bloccare solo la somma necessaria a coprire il debito indicato nell’atto, lasciando disponibili eventuali altri soldi presenti sul conto.
Attenzione all’utilizzo: con il conto corrente pignorato si può prelevare?
Una delle prime domande che si pone chi subisce un blocco è molto concreta (e anche molto comprensibile): “con il conto corrente pignorato posso prelevare?”
La risposta non è univoca e dipende da diversi fattori, tra cui l’entità del debito e l’importo presente sul conto al momento del pignoramento.
In linea generale, se la somma presente è superiore all’importo richiesto dal creditore, il conto potrebbe non essere completamente bloccato.
In questi casi infatti il debitore potrebbe avere accesso alla parte eccedente.
È però la banca, su indicazione dell’autorità che ha disposto il pignoramento, a decidere quanto e se è possibile movimentare il conto.
Inoltre, bisogna tenere presente che eventuali nuovi accrediti (come lo stipendio o la pensione) potrebbero essere vincolati, a meno che non rientrino nelle soglie di impignorabilità previste dalla legge.
In ogni caso, l’uso del conto diventa limitato e soggetto a controlli stringenti.
Ci sono dei limiti al pignoramento del conto corrente?
La buona notizia è che la normativa italiana prevede limiti precisi al pignoramento del conto corrente, soprattutto quando si tratta di somme provenienti da redditi da lavoro o pensioni.
Se lo stipendio o la pensione viene accreditato prima del pignoramento, l’intero importo può essere bloccato. Se invece l’accredito avviene successivamente, solo un quinto della somma può essere pignorato.
Esiste inoltre una soglia di minimo vitale: se la pensione è l’unico reddito del debitore, una parte pari a 1,5 volte l’assegno sociale non può essere toccata.
Disposizioni che evitano che il pignoramento comprometta la possibilità di far fronte alle spese essenziali.
Pignoramento del conto corrente: come uscire dall’indebitamento in modo pulito (e legale)
Chi si trova a rischio pignoramento del conto corrente spesso è solo davanti a norme complesse, scadenze ravvicinate e poca chiarezza sulle reali possibilità di intervento.
In questi casi, affrontare la situazione in solitaria può rivelarsi un passo falso: senza una guida competente si rischia di peggiorare il quadro, anziché risolverlo.
Come se non bastasse, a complicare ulteriormente le cose potrebbero esserci operatori non qualificati, che si presentano come esperti ma non conoscono a fondo le procedure previste dalla legge.
Affidarsi a chi non ha una reale esperienza nel settore può comportare non solo il fallimento della pratica, ma anche la perdita di tempo e denaro, lasciandoti esattamente dov’eri (se non in condizioni peggiori).
Nel panorama Italiano c’è però anche chi si distingue per professionalità e competenza.
È il caso di Gianmario Bertollo, fondatore di Legge3.it, realtà nata per aiutare cittadini e famiglie sovraindebitati a ripartire legalmente e in modo sostenibile, sfruttando le tutele offerte dalla Legge 3 del 2012, oggi inserita all’interno del Codice della Crisi d’Impresa e dell’Insolvenza.
Il team di Legge3.it si distingue per la lunga esperienza nel campo: 60 specialisti attivi su più di 75 province italiane, hanno aiutato più di 300 famiglie ad uscire dal sovraindebitamento, affrontando ogni situazione con metodo, trasparenza e responsabilità.
Stai affrontando un pignoramento o temi che possa accadere a breve? Approfondisci l’argomento nell’articolo di Gianmario Bertollo e scopri come evitare il pignoramento del conto corrente.