Il 5 novembre 2024 verrà eletto il nuovo Presidente degli Stati Uniti. Il risultato delle elezioni americane, come emerge dai sondaggi, è tutt’ora impossibile da prevedere con assoluta certezza: Kamala Harris, candidata democratica, e Donald Trump, candidato repubblicano, continuano a scontrarsi in un testa a testa sostanzialmente alla pari.
Gli occhi di tutto il mondo sono puntati sulla corsa alla Casa Bianca dei due candidati, per cui viene da chiedersi: cosa succederà una volta concluse le elezioni? Quale sarà l’impatto della vittoria di Donald Trump o di quella di Kamala Harris in America e nel resto del mondo?
Ecco dunque quali sono possibili scenari futuri.
Indice dei contenuti
Cosa aspettarsi dalla possibile vittoria di Kamala Harris
In molti si sono espressi sulle conseguenze di un’eventuale vittoria dei democratici alle elezioni americane. Cosa aspettarsi dalla vittoria di Kamala Harris?
Kamala Harris e la riduzione del deficit di bilancio
Kamala Harris punta ad aumentare le tasse sulle società e sulle famiglie ricche e, al tempo stesso, sostenere i lavoratori meno abbienti e le famiglie numerose.
Tra le intenzioni c’è quella di espandere i crediti d’imposta per i redditi da lavoro e offrire crediti fiscali onerosi per le famiglie. Si parla di 25mila dollari per chi acquista la prima casa, ma questa è una misura rischiosa perché potrebbe provocare un aumento dei prezzi delle abitazioni.
Kamala Harris, l’impatto della vittoria sui mercati azionari
Secondo le statistiche sull’andamento dei mercati azionari, in realtà, le elezioni presidenziali hanno un impatto solamente nel breve periodo. Considerando, ad esempio, il 2020, anno dell’elezione alla presidenza americana di Joe Biden, la pandemia ha avuto un impatto superiore rispetto alle elezioni nel lungo periodo.
Se, quindi, i mercati si trovano nelle condizioni per poter salire, saliranno indipendentemente dall’esito delle elezioni americane, e viceversa.
Kamala Harris e le politiche di Joe Biden: continuazione e rottura
Alcuni nomi autorevoli sottolineano che, verosimilmente, Kamala Harris porterà avanti le politiche già sostenute come Vicepresidente di Joe Biden, ma questa non è l’unica ipotesi possibile. Infatti, in campagna elettorale, Harris ha proposto un aumento dell’aliquota della corporate tax al 28%, distaccandosi di fatto dalle politiche passate.
La vittoria di Kamala Harris porterebbe quasi sicuramente ad un proseguimento della divisione del Congresso, con i repubblicani al controllo del Senato, e, conseguentemente, ad un minimo aumento della spesa e una diminuzione del deficit.
La situazione sarebbe invece diversa nel caso del controllo da parte dei democratici di entrambe le Camere del Congresso, il che porterebbe ad un probabile aumento del deficit.
Harris, inoltre, durante la campagna elettorale, ha proposto una legge sul price-gauging, ossia una legge contro le speculazioni di prezzo sui beni di prima necessità. La Food Industry Association si è espressa su questa proposta, definendola irresponsabile, in quanto i margini di profitto sono comunque molto bassi.
Cosa aspettarsi dalla possibile vittoria di Donald Trump
In campagna elettorale, Trump ha promesso di ridurre l’aliquota dell’imposta sulle società del 20% e di rendere permanenti le modifiche risalenti al 2017. Questo sarebbe enormemente positivo per le grandi aziende, ma molto negativo per chi teme altri deficit di bilancio.
Se il programma di Harris punta sulla riduzione del deficit, tramite l’aumento della tassazione su società e ricchi, al contrario il programma repubblicano si è concentrato su altri aspetti.
Donald Trump e le sue politiche per l’immigrazione
Donald Trump e Kamala Harris hanno due visioni contrapposte anche per quanto riguarda le politiche per l’immigrazione. Il candidato repubblicano ha infatti dichiarato la sua intenzione di deportare gli immigrati clandestini. Questo potrebbe avere un impatto significativo sul mercato del lavoro e, conseguentemente, sull’inflazione.
Donald Trump e l’aumento delle tensioni commerciali
Durante gli anni della presidenza di Donald Trump, erano stati imposti dei dazi commerciali su circa 380 miliardi di dollari di importazioni, soprattutto quelle cinesi.
In campagna elettorale, Trump ha più volte parlato di un dazio doganale del 10% sui beni provenienti dall’estero, per arrivare al 60% su quelli provenienti dalla Cina. Questo porta a pensare che le politiche commerciali adottate in caso di vittoria dei repubblicani, sarebbero più aggressive, e non solo nei confronti della Cina.