Le obbligazioni non sono tutte uguali e, sebbene sia fondamentale affidarsi agli esperti per scegliere il prodotto di investimento più adatto al proprio profilo finanziario, sapere dove si sta mettendo il proprio capitale e che cosa ci si potrebbe aspettare in caso di oscillazioni dei mercati è importante.
In rete è possibile trovare guide dettagliate che permettono ad esempio di scoprire di più sui BTP 2067, ossia obbligazioni con scadenza a 50 anni emesse dal Dipartimento del Tesoro Italiano, o su numerose altre obbligazioni.
In questo articolo non focalizzeremo l’attenzione su specifiche obbligazioni, ma spiegheremo quali tipologie esistono e in che cosa differiscono tra loro.
Indice dei contenuti
Obbligazioni ordinarie
Le obbligazioni ordinarie sono la tipologia più semplice, all’interno della quale rientrano anche i titoli di Stato.
Caratterizzate da un livello di rischio medio-basso, determinato principalmente dal rischio di emittente, ma anche da quelli di liquidità e di interesse, prevedono, alla data di scadenza, il ritorno del capitale comprensivo dello scarto di emissione, più interessi, in molti casi pagati attraverso cedole periodiche.
Questa tipologia di obbligazioni può essere ulteriormente suddivisa tra quelle:
- a tasso fisso: gli interessi non cambiano nel tempo, ma, in caso di variazioni del tasso di interesse, il titolo può subire variazioni di prezzo;
- a tasso variabile: il valore delle cedole periodiche viene ricalcolato in base all’andamento dei tassi di interesse, i quali hanno meno effetto sul valore complessivo del titolo.
Obbligazioni strutturate
Più complesse delle precedenti, le obbligazioni strutturate sono composte da una parte del tutto simile alle comuni obbligazioni ordinarie, dunque con rischio medio/basso e cedola periodica, e un contratto derivato, il cui rendimento viene calcolato a partire da un indice o una combinazione di indici, una valuta o altri elementi finanziari, i quali portano a un innalzamento del rischio.
A seconda dei casi, si possono avere obbligazioni strutturate con:
- capitale garantito: anche in caso di andamento negativo, l’investitore sarà tutelato e potrà tornare in possesso del capitale investito;
- capitale non garantito: l’investitore si assume un rischio più elevato e, allo scadere dei titoli, potrebbe non tornare in possesso del proprio capitale o di una parte di esso.
Obbligazioni subordinate
Tra le varie tipologie di obbligazioni rientrano quelle subordinate, le quali presentano un rischio più elevato se rapportate alle ordinarie.
Nel caso in cui l’emittente fallisse e non fosse in grado di sostenere i pagamenti delle cedole periodiche o di restituire il denaro ricevuto, il rimborso del creditore in possesso di questa tipologia di obbligazioni sarebbe subordinato a quello di altri creditori, ad esempio di quelli in possesso di obbligazioni ordinarie o subordinate di livello superiore.
Altre tipologie di obbligazioni
Oltre a quelle appena viste, esistono numerose altre tipologie di obbligazioni, come quelle convertibili, le quali, a certe condizioni o a una data prestabilita, possono essere trasformate in azioni, e quelle callable, che consentono di ottenere il rimborso prima della data di scadenza.