Bnp Paribas, Candriam e Banca Etica sono in testa al business degli investimenti socialmente responsabili, un mercato che in Italia vale oltre 16,7 miliardi. E che attira sempre più l’attenzione dei risparmiatori
[auth href=”http://www.worldexcellence.it/registrazione/” text=”Per leggere l’intero articolo devi essere un utente registrato.
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Bnp Paribas Asset Management, come detto, detiene una quota importante di mercato a livello di asset under management. Per quanto riguarda invece la raccolta in fondi Sri del gruppo Bnp Paribas Investment Partners, nel 2016 ha rappresentato l’8,46% del totale, con 1,54 miliardi di euro su 18,24. Considerando invece solo i fondi a medio-lungo termine l’incidenza sale al 38,94%, con 1,91 miliardi su 4,9. Particolare è la strategia del fondo Parvest Smart Food, che investe in società operanti su tutta la catena del valore del food, selezionando quelle che adottano soluzioni per fronteggiare i problemi ambientali e di sostenibilità creati da una domanda di cibo in continuo aumento.
«Il portafoglio del fondo», spiega Andrea Succo, responsabile distribuzione esterna di Bnp Paribas Asset Management, «possiede un’esposizione relativamente limitata agli investimenti agricoli negli Usa e all’acquacoltura e si concentra maggiormente su opportunità rilevate altrove nella filiera alimentare. Tuttavia, i gestori sono attenti a un’eventuale ripresa della domanda nel settore dell’agribusiness e continuano a cercare opportunità di partecipazione rispettando i criteri d’investimento sostenibile del fondo. Se la probabile conclusione del ciclo deflazionistico andrà verosimilmente a beneficio dei distributori di generi alimentari», sottolinea ancora Succo, «i produttori potrebbero subire un calo dei margini dovendo far fronte con inevitabili ritardi a un rialzo dei costi delle materie prime. In uno scenario di maggiore crescita globale e aumento dei rendimenti obbligazionari, questo outlook può tornare a pesare sui titoli “expensive defensive” nel prossimo futuro, dopo il rally ispirato dalle operazioni di m&a dello scorso trimestre».
Banca Etica ha in dote solo fondi etici, che insieme fanno quasi 3 miliardi di euro di patrimonio gestito, vale a dire oltre il 17% della quota totale di mercato. I fondi a maggiore componente azionaria sono Etica Azionario (investimento in azioni fino al 100% del patrimonio) ed Etica Bilanciato (investimento in azioni fino al 70%). Seguono Etica Rendita Bilanciata (con una percentuale massima di investimento azionario pari al 40% del patrimonio), Etica Obbligazionario Misto (investimento in azioni massimo pari al 20% del patrimonio) ed Etica Obbligazionario Breve Termine (100% obbligazionario). Quanto alla composizione del portafoglio rispetto ai vari settori di investimento, Etica Azionario è composta per il 18,79% del settore dei beni voluttuari, per il 18,41 dell’industria, per il 12,69 dell’informatica e per l’11,15 della salute. Anche gli altri fondi sono composti, come primi quattro settori, da beni voluttuari, industria, informatica e salute, seppur con percentuali diverse.
Secondo Claudia Collu, portfolio manager azionario di Anima sgr, per quanto riguarda il fondo Etica Azionario, «il portafoglio azionario di Etica Sgr nasce dalla sintesi di criteri di selezione socio-ambientali e di selezione finanziaria. Il team di ricerca di Etica Sgr effettua la selezione dell’universo investibile, che comprende solamente società con elevati parametri ambientali, sociali e di governance. Il team di gestione si occupa della composizione del portafoglio, effettuando analisi fondamentale bottom-up e utilizzando un approccio tematico. La gestione del portafoglio viene svolta con un’ottica di medio-lungo periodo», continua Collu, «a livello settoriale, il fondo mostra un significativo sottopeso del settore finanziario ed energetico, in quanto quasi totalmente esclusi per le loro caratteristiche. Ciò non rappresenta necessariamente uno svantaggio per il fondo, in quanto il sottopeso può essere compensato investendo in società indirettamente legate a tali settori. All’interno del comparto ciclico, la preferenza ricade sui seguenti settori: industriale, immobiliari e dei materiali di base. Nello specifico», spiega Collu, «il settore industriale mostra valutazioni attraenti e beneficia di un miglioramento delle condizioni economiche globali, di piani infrastrutturali negli Stati Uniti e di un incremento della spesa per investimenti. Nel settore dei materiali di base, il fondo privilegia società chimiche, molte delle quali sono legate alla tematica delle auto elettriche, mentre nel settore immobiliare il fondo è particolarmente esposto ai developer giapponesi, che sono particolarmente sottovalutati. Nel settore healthcare, il segmento delle biotecnologie è preferito agli altri, date le valutazioni a sconto rispetto al mercato e le buone prospettive di crescita. Inoltre il fondo favorisce le utilities europee, che sono tornate a mostrare crescita degli utili, e le società di telecomunicazione europee, che stanno vendendo asset nei mercati emergenti. A livello geografico, l’Europa e il Giappone sono preferite agli Stati Uniti per le valutazioni di mercato e per le prospettive di un ritorno di flussi di investimento dopo mesi di dovuti a timori geopolitici».
Fortemente impegnato negli Sri è anche il gruppo Candriam, con 15 fondi etici nei primi 50 per patrimonio gestito e oltre la metà degli asset under management del gruppo che derivano dal settore. In totale, i fondi etici riconducibili a Candriam occupano oltre il 20% della quota di mercato.
Eurizon ha invece un patrimonio gestito nei fondi Sri pari, in totale, a 929 milioni di euro. In termini di raccolta, il peso dei fondi Sri è intorno allo 0,65% sul totale della raccolta Oicr per il 2017, se invece consideriamo il 2016 è intorno allo 0,46%. In termini di patrimonio in gestione, invece, sia per il 2017 che per il 2016 il peso è intorno allo 0,66%.
Per quanto riguarda il fondo azionario internazionale etico, «il quadro dei prossimi mesi», affermano dal fondo, «sarà presumibilmente caratterizzato ancora da un’inflazione contenuta che dovrebbe consentire alle Banche centrali di modulare le politiche monetarie in funzione della solidità della ripresa economica. Il contesto dei mercati al momento sembra non mostrare fonti di preoccupazione, ma questo potrebbe rapidamente cambiare per cui si tenderà a gestire l’allocazione dei rischi in chiave tattica. Un tema particolarmente importante sarà quello di valutare la realizzazione della riforma fiscale da parte dell’amministrazione Usa in relazione anche alla credibilità del presidente Trump. Attualmente il fondo è leggermente sottopesato in azioni e sono presenti delle coperture di rischio tramite posizioni sul future Vix. La visione mediamente costruttiva sul ciclo economico motiva un posizionamento settoriale moderatamente pro-ciclico, declinato in un sovrappeso su tecnologia, consumi discrezionali e finanziari mentre si mantiene un sottopeso sui settori difensivi, a eccezione del farmaceutico che è invece il principale settore in sovrappeso».
Per quanto riguarda, invece, i fondi Obbligazionario Etico e Diversificato Etico di Eurizon, attualmente «hanno una posizione corta di duration sui Paesi core, seppure abbiano ridotto marginalmente il sottopeso rispetto al benchmark. Il corto è comunque concentrato sulle scadenze lunghe delle curve europee. A livello di paesi periferici la posizione è moderatamente lunga ma è da ritenersi tattica in quanto nei prossimi mesi ci si aspetta un ritorno del rischio politico in Europa. Sugli spread dei titoli corporate investment grade, i fondi etici hanno un posizionamento corto, in quanto gli spread non compensano dal rischio di rialzo dei tassi di interesse sottostanti. A livello di settori preferiamo una posizione lunga di finanziari contro industriali e utilities. In questa fase non sono presenti posizioni valutarie se non una marginale esposizione corta al dollaro australiano, in ottica di copertura del rischio di un rallentamento in Cina. In generale, nel 2017 le scelte di gestione continueranno a essere guidate dal tema della reflazione che ha caratterizzato i mercati già durante gli ultimi mesi del 2016. In questa fase preferiamo adottare un profilo di rischio contenuto contro benchmark. Sarà determinante verificare se le aspettative dei mercati nei confronti della nuova amministrazione americana saranno seguite dai fatti o saranno deluse, per questa ragione le scelte di gestione adotteranno un atteggiamento molto flessibile nel corso dell’anno».
Per quanto riguarda Groupama Am Sgr, i fondi azionari Sri hanno registrato una performance assoluta in alcuni casi superiore al 20%, mentre dal punto di vista dell’allocazione settoriale dei portafogli dei fondi etici, nel 2016 il picking ha preferito i beni di prima necessità ed è stato più prudente sui settori industriale, energetico e finanziario. «Nei prossimi mesi», commenta la società, «gli investimenti andranno a privilegiare i settori che tradizionalmente beneficiano della ripresa dell’inflazione e del miglioramento congiunturale. Le dinamiche di acquisizione e fusione saranno considerate come interessanti opportunità d’investimento. Inoltre, il cambiamento di politica economica negli Stati Uniti crea le condizioni favorevoli per puntare sui settori quali sanità e infrastrutture».
Aberdeen ha un fondo etico in Italia con Aum pari a 8,4 milioni di euro. «In Aberdeen», commenta la società, «come parte fondamentale delle pratiche di stewardship integriamo i criteri Esg, all’interno del nostro processo d’investimento sia sul mercato azionario, sia nel reddito fisso, nell’immobiliare e nelle strategie alternative. L’esame dei criteri Esg ci aiuta a capire meglio i rischi più concreti di un investimento, sia prima sia dopo aver scelto un certo titolo. Oltre ai cosiddetti ethical fund va quindi sottolineato che l’approccio di Aberdeen si sostanzia nell’adozione di un più ampio processo di investimento esteso dall’equity alproperty e non limitato agli ethical fund. Risulta quindi difficile circoscrivere in modo puntuale il peso della raccolta e la relativa performance. Ogni team di investimento nelle varie regioni del mondo viene affiancato da analisti per gli investimenti responsabili che si occupano dell’analisi dei rischi Esg come parte integrante del processo di investimento», continua la società, «I fondi Sri sono i nostri fondi che abbiamo specificamente costruito sulla base di schemi etici.Questi, come detto, si differenziano dai criteri Esg, che sono integrati in tutti i nostri processi di investimento. Attualmente disponiamo di circa 20 fondi azionari Sri che utilizzano lo screening Sri. Nel complesso, il nostro Aum per Sri è di circa 5,5 miliardi di dollari. Con riferimento ai fondi azionari, la maggioranza sono “segregate mandate”, ovvero costruiti secondo le esigenze dei nostri clienti, mentre i restanti sono i cosiddetti retail».
I fattori Esg, conclude Aberdeen, «sono fondamentali per comprendere il quadro completo delle aziende in cui investiamo. La corporate governance delle aziende viene a lungo esaminata nella prima fase del processo di investimento e viene inclusa nella valutazione della qualità aziendale. L’approccio utilizzato nei fondi Sri è screening “negativo”, prima che il fondo investa in una società, quest’ultima non deve violare i criteri di screening impostati».
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